Modellamento del cranio durante il travaglio

Durante il travaglio, la testa del bambino è sottoposta a forze compressive molto potenti, grazie alle quali avviene un processo di “modellamento”.

 

Le soffici ossa del cranio si sovrappongono, si piegano e si deformano, permettendo una riduzione del diametro della testa, facilitando così il suo passaggio attraverso il canale del parto.

 

Oltre a proseguire nella sua discesa, la testa deve poter ruotare al suo passaggio attraverso il bacino, nonostante la resistenza significativa offerta dalle strutture materne.

 

Le forze imposte durante il travaglio portano a una distorsione delle ossa craniche, spesso visibile alla nascita, quando la testa assume una forma ovoidale o allungata.

 

Non è solo il cranio a dover ammortizzare le spinte uterine: anche la parte superiore del collo e l’osso occipitale (parte posteriore del cranio) sono soggetti a forze di compressione, distorsione e rotazione che si manifestano dopo il parto.

 

Le ossa della volta cranica, essendo flessibili, possono sovrapporsi e distorcersi facilmente, ma tendono a ritornare alla loro forma normale con altrettanta facilità. Tuttavia, le ossa più dure della base del cranio richiedono forze compressive maggiori per essere distorte e il loro ritorno alla normalità è un processo più difficile.

 

Nei primi 10 giorni dopo il parto, si verifica una decompressione naturale e graduale del cranio. Durante questo periodo, la respirazione, le azioni muscolari come il pianto o lo sbadiglio, e soprattutto la suzione al seno, svolgono un ruolo terapeutico importante. La suzione al seno, in particolare, agisce come una potente pompa decompressiva, motivo per cui alcuni neonati necessitano di restare attaccati al seno per lungo tempo (al contrario, la suzione da un biberon risulta molto meno efficace in questo senso).

 

In casi di travaglio molto lungo, o al contrario molto rapido (in cui il modellamento delle ossa potrebbe non essere visibile alla nascita), o quando vengono utilizzate manovre ostetriche o ausili (come la manovra di Kristeller, la ventosa o il forcipe), oppure durante cesarei urgenti o programmati, la capacità del cranio di adattarsi è messa a dura prova.

 

In questi casi, il rilascio delle tensioni accumulate, in particolare a livello della base cranica, del tratto cervicale e del sacro, può risultare più complesso per il bambino.

 

La ritenzione di forze compressive a seguito del cosiddetto “trauma da parto” può causare una varietà di sintomi nel neonato, tra cui:

 

  • Difficoltà nella suzione o letargia
  • Irritabilità
  • Pianto inconsolabile
  • Disturbi del sonno
  • Problemi digestivi (rigurgiti frequenti, reflusso, singhiozzo)
  • Coliche o stipsi
  • Plagiocefalia o torcicollo

L’osteopatia, attraverso tecniche delicate e dolci, si occupa di eliminare le forze di compressione accumulate durante il parto (e/o nella vita intrauterina) che il neonato non riesce a risolvere spontaneamente, influenzando la sua capacità di adattamento e il normale funzionamento del suo organismo.

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